martedì 9 febbraio 2010

Twilight... and the wolf

Twilight...parliamone. Ho appena finito di guardarlo. Niente di nuovo a dire il vero, ma mi piace il genere e una sbirciata volevo dargliela a questa pellicola. Come è cambiato però il tema dell'amore tra appartenenti a "classi" diverse. Si è passati con gli anni da "Indovina chi viene a cena?" (in cui si parlava di sentimenti tra una ragazza bianca ed un ragazzo di colore) a films come questo in cui sulla scena le due diversità sono rappresentate dall'essere umano e vampiro. Tornando al film si può dire che è abbastanza decente nel complesso. Certo non è appassionante, non vi farà stare lì col fiato sospeso fino all'ultimo, non c'è una trama fitta e complessa, gli effetti speciali non sono chissà che...uhm...beh diciamo che è un film da "5". In poche parole è per appassionati del genere (meglio "Underworld" secondo me). Proprio guardando questo film mi sono venute alla mente tutte le scene di vampiri viste negli anni (da "Buffy" a "Underworld", passando per "30 giorni di buio" e "Van Helsing"). Qualcosa di "affascinante" io lo vedo in queste creature (a proposito, c'è un documentario a riguardo di History Channel...trovatelo e guardatelo perchè ne vale la pena). A dirla tutta però preferisco i "werewolves", gli uomini-lupo (o Lican che dir si voglia).
Leggete qua:

"...tutti infatti coloro che prendevano a volergli bene vedevano soltanto uno dei suoi lati. Certuni lo amavano come uomo gentile, savio e singolare e rimanevano atterriti quando scoprivano in lui improvvisamente il lupo. E non potevano fare a meno di scoprirlo, perchè Harry, come tutti gli esseri, voleva essere amato tutto intero e non poteva quindi nascondere o negare il lupo di fronte a coloro al cui affetto teneva particolarmente. Ma ce n'erano altri che amavano in lui precisamente il lupo, quella sua libertà selvatica e indomita, il pericolo e la forza, e costoro erano a loro volta assai delusi e dolenti quando il lupo cattivo rivelava a un tratto anche l'uomo, quando si struggeva dalla nostalgia di bontà e tenerezza e voleva ascoltare Mozart, leggere poesie e nutrire ideali d'umanità...
...capitavano anche eccezioni e casi fortunati, che egli sentiva talvolta il lupo, tal'altra l'uomo respirare e pensare dentro di sè indisturbato e puro, che entrambi, qualche rara volta, facevano persino la pace e vivevano l'uno per l'altro, di modo che l'uno dormiva mentre l'altro vegliava, non solo, ma diventavano più forti tutti e due sicchè l'uno raddoppiava l'altro..."


Non era un racconto horror o fantasy nè la trama di un film d'azione. Era Hermann Hesse che ne "Il lupo della steppa" così descrive il suo "essere".
Quanto mi sento così...Hesse non poteva certo immaginarlo quando scrisse questo libro. Eppure sembra ritrarre molti aspetti della mia personalità, del mio carattere, del mio soffrire per quel che sono. Un uomo, un lupo. Ma esiste per questo tipo di essere una metà o è nel suo destino restare solo? C'è qualcuno che non abbia paura del lupo nè dell'uomo, ma che, anzi, riesca ad amare entrambi per quel che sono?

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